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mercoledì 10 febbraio 2010

ANATOLIJ VASILIEV MAESTRO DEI MAESTRI A VENEZIA. PROGETTO PLURIENNALE DI PEDAGOGIA

Formare i formatori, per far discendere a cascata, di generazione in generazione, i saperi che stanno alla base dei mestieri di attore, regista, drammaturgo. È dedicato ai “maestri” di teatro il progetto pluriennale “PEDAGOGIA DELLA SCENA”: un corso internazionale di formazione per docenti di discipline della scena che la Fondazione di Venezia e la Scuola d’Arte Drammatica ‘Paolo Grassi’ di Milano hanno deciso di affidare al grande maestro russo Anatolij Vasiliev dal 2010 al 2012.
Programmato negli spazi del Centro Teatrale di Ricerca della Giudecca a Venezia a partire da dicembre 2010, il progetto prevede tre moduli di sette settimane ciascuno articolati lungo un percorso pluriennale.
Il bando per la partecipazione alle prime selezioni, che si terranno a Venezia, è appena stato aperto ed è scaricabile dai siti www.scuolecivichemilano.it e www.esperienze-giovaniateatro.it. Le domande di ammissione devono essere indirizzate alla Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi entro il 19 marzo 2010. Verranno selezionati 20 partecipanti attivi e 10 uditori.
Il progetto “PEDAGOGIA DELLA SCENA” verrà presentato giovedì 25 marzo prossimo nella sede di San Giobbe dell’università Ca’ Foscari di Venezia. Contestualmente Vasiliev terrà una lectio magistralis.

Da una esperienza di trasmissione magistrale possono nascere attori, registi, drammaturghi, spettacoli, teatri, movimenti artistici: prende forma così l’idea di un progetto che dia tempo a ricadute sul medio e lungo termine. Il corso vedrà la presenza continua di Anatolij Vasiliev, che sarà accompagnato da altri docenti di discipline complementari, da lui scelti in un percorso mirato al massimo arricchimento culturale, tecnico ed umano.
Il metodo di lavoro, come è consuetudine nella pedagogia del maestro russo, sarà attivo e in ensemble. Ogni allievo sarà attuatore prima che insegnante e attraverserà le fasi dell’accompagnamento alla pedagogia della scena in forma esperienziale.
“La pedagogia teatrale è parte integrante del lavoro di un regista - evidenzia Anatolij Vasiliev -. A mio parere non si arriva a nulla se si tratta l’attore come un burattino che viene utilizzato per raggiungere le visioni preziose (e molto precise) del regista. Allo stesso tempo non ho mai creduto a tutte quelle parole pompose sulla creatività condivisa, sulla ‘ricerca collettiva’ condotta insieme agli attori. Il regista per me è piuttosto un ‘metacreatore’, vale a dire qualcuno che può piegare e modellare gli impulsi artistici degli altri […]. Dobbiamo sapere tutto: come fare, come toccare, come imbrogliare, e soprattutto come toccare nel vivo, come ferire senza far soffrire troppo. Ogni volta si torna inevitabilmente a parlare del fondamentale rapporto che si instaura tra maestro e discepolo, che non si limita solo a tracciare una linea con una matita colorata, ma deve saper spingere un essere umano fino a disegnare quella linea nello spazio, con tutto il sangue del proprio cuore...”. E aggiunge: “Credo sia a tutti chiaro quanto nella formazione teatrale si stabilisca un rapporto molto speciale tra maestro e discepoli, un rapporto necessariamente tra i più intimi. […] direi che - pur non potendo fare nulla senza amore - non si tratta di un affetto puramente emotivo. Vi ritrovo piuttosto qualche passione in comune, una passione orientata verso un’entità sfuggente, verso quel gioco del teatro concepito come il ‘vivere la vita’ sul palco. Assicuro che si tratta di una passione che affligge contro la propria volontà, che intossica come una droga: basta provarla solo una volta, dopodiché si è già perduti. E noi ci siamo tutti già persi...”.
La necessità e la forza di questo progetto derivano dalla consapevolezza dell’importanza dell’educazione all’arte teatrale. Spiegano infatti il curatore scientifico del progetto Maurizio Schmidt della Scuola Paolo Grassi e Cristina Palumbo che lo coordina per la Fondazione di Venezia: “È da questa arte madre – la pedagogia - che dipende l’emersione dei nuovi linguaggi della scena. La funzione pedagogica è spesso sovrapposta alle altre, pur richiedendo una dose di talento specifico, diverse competenze e maggiore tempo per il suo sviluppo. Va sottolineato che la pedagogia teatrale è stata determinata, negli ultimi decenni, solo da una forte investimento di alcuni individui su se stessi. Eppure un buon maestro può qualificare il sistema teatrale come nessuno degli altri ruoli”.

Il progetto PEDAGOGIA DELLA SCENA si inscrive nel percorso di valorizzazione delle arti sceniche entrato nella mission della Fondazione di Venezia e “nasce dalla scelta di investire nel tempo per far maturare la qualità, slegandoci dalla logica del risultato immediato - afferma il vicepresidente Gianpaolo Fortunati -. La residenzialità garantirà il massimo di concentrazione intorno al lavoro; la ripetizione nel tempo consentirà la durata necessaria ad un reale processo di formazione. Per qualificare al massimo un gruppo di docenti ci prendiamo il lusso di favorire un incontro profondo e personale con un grande pedagogo, per dedicare un tempo prezioso alla speranza di fare lentamente qualcosa di realmente necessario per il teatro”.
Peraltro l’asse Venezia-Milano nasce nel segno dell’eccellenza. “La partnership con una grande fondazione bancaria è un modello da seguire - rileva Umberto Paolucci, presidente della Fondazione Scuole Civiche di Milano -, per realizzare progetti ambiziosi come Pedagogia della Scena e trovare spazio per un forte investimento nella formazione, nella valorizzazione del talento e nella cultura teatrale”.


PER INFORMAZIONI
Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi – Fondazione Scuole Civiche di Milano
tel. 02 58302813 - pedagogia.teatro@scmmi.it
Fondazione di Venezia
tel. 041 2201251 - v.bortoli@fondazionedivenezia.org

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