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mercoledì 18 aprile 2012

Teatro Dal Verme, Music Club 'round midnight. Dal 5 al 25 maggio

MUSIC CLUB # 5

round midnight

AI CONFINI DELLA NOTTE LA MUSICA TI SORPRENDE

 

Rassegna ideata e diretta da Enzo Gentile

 

5 appuntamenti al Teatro Dal Verme

dal 5 al 25 maggio

 

 

Musica di qualità, che sa toccare con il fascino del sentimento il pubblico più avvertito, gli addetti ai lavori, i semplici curiosi. Questa nuova edizione di Music Club offre concerti e proposte che guardano alle ultime suggestioni di artisti affermati, ma al contempo suggeriscono le migliori novità, appena scoperte dalle cronache musicali e già destinate a diventare dei successi.

Cinque appuntamenti che spingendosi fuori dai confini già sperimentati con successo si addentrano nel cuore della notte, perché sarà a cavallo di mezzanotte che i protagonisti di passato, presente e futuro si esibiranno offrendo al pubblico e agli spazi del teatro una possibilità diversa ed una colonna sonora tutta da conoscere e scoprire.

Per questa edizione le proposte musicali sono di segno molto differente, offrendo ipotesi 'made in Italy' di peso e profondità storica consolidati, e gruppi di giovanissimi, 'absolute beginners' di quel circuito neo-folk internazionale che tanta linfa fresca sta portando sul mercato in queste stagioni.

In mezzo, a operare da ideale trait d'union, ecco un bluesman di chiara fama, ma ancora inedito per la scena milanese, Guy Davis, che il giorno della sua performance compie sessant'anni e che vogliamo festeggiare a dovere, con ospiti e session aventi funzione di torta di compleanno.

In un mix vario e stimolante, sarà interessante ascoltare formazioni appena affacciatesi alla discografia con i rispettivi cd assolutamente sorprendenti: le sorelle svedesi First Aid Kit e il duo inglese Big Deal (che divideranno la serata di apertura con Edda, ovvero Stefano Rampoldi, artista rispettato, che nelle scorse settimane ha pubblicato il suo nuovo, autorevole lavoro, Odio i vivi), alternati a due progetti speciali centrati sul repertorio italiano.

Memorie di Adriano è lo sguardo curioso e complice che un gruppo costituito da Peppe Servillo, , Rita Marcotulli, Furio Di Castri e alcuni dei migliori musicisti di area jazz e dintorni ha dedicato alle canzoni uscite nella stagione d'oro del Clan di Celentano, mentre l'altro appuntamento lo riserviamo al gran ritorno di Massimo Zamboni e Angela Baraldi, con Punk e disciplina - Sbrai tour, che segue il capitolo dello scorso anno, significativamente intitolato Solo una terapia: dai CCCP all'estinzione, diventato anche una efficace produzione discografica con cui rivisitare pulsioni e brividi di un'avventura musicale scattata trent'anni fa, più attuale, scalpitante e viva che mai.

È un fitto calendario di appunti e suggerimenti per le serate di primavera, da condividere con gli appassionati e i curiosi: vi aspettiamo!

Enzo Gentile

 

 

 

 

 

Sabato 5 maggio, ore 23 – sala piccola

Big Deal / Edda

 

Un double bill, ovvero due diversi set per cominciare alla grande, raddoppiando le emozioni, e le sorprese, della serata: Big Deal è una band di giovanissimi, applaudita per il recente debutto, Lights Out (Mute), giocato sui chiaroscuri di splendide ballad acustiche.

Seguirà il concerto di Edda, ovvero Stefano Rampoldi (ex Ritmo Tribale), rocker e cantautore di razza, appena confermatosi con l'album Odio i vivi: per l'occasione annuncia con il suo trio una inedita scaletta di cover insolite e spiazzanti.

 

Big Deal

Con l'ausilio di solo due voci e due chitarre, Alice Costelloe e Kacey Underwood creano musica libera da ogni costrizione. Il loro suono è leggero, ma spartano; la voce di lui è scura, quella di lei cristallina, unite in una nube spettrale.

Dalla prima canzone che abbiano mai scritto insieme, la dolce 'Homework', alla celestiale 'Pi', la musica dei Big Deal è senza dubbio onesta, potente nella sua intimità e vibrante quanto l'intensità di una prima cotta.

Provengono da due mondi diversi – Costelloe da una famiglia di artisti di Londra, mentre Underwood è nato in una rigorosa famiglia religiosa nel deserto tra Joshua Tree e Yucca Valley. A 14 anni Costelloe suonava la chitarra nella sua prima band; Underwood a quella età vedeva nella musica la sua via di fuga, la sua chiave per la libertà dalle regole che lo circondavano. Ascoltava Metallica, Hendrix, Led Zeppelin e Depeche Mode e suonava la chitarra trovata sotto il letto di suo fratello. A 19 anni lascia la sua vecchia vita, vola a Londra ed entra a far parte dei Little Death.

Costelloe è rimasta affascinata dalla musica fin dai sei anni quando la nonna le regalò una chitarra. "Continuo a scrivere musica con quella chitarra anche se ora è troppo piccola". Il suo gusto musicale si è formato ascoltando la collezione di dischi del patrigno: The Beach Boys, Blondie, Bowie, Elvis Costello e The Smiths. "Quando avevo sei anni il mio patrigno mi aveva convinto che gli AC / DC erano incredibili", spiega Costelloe. "Credo di avere iniziato a suonare la chitarra per far colpo su lui".

A londra, mentre suona con i Little Death, Underwood insegna chitarra presso una scuola femminile ed è qui che incontra la mamma di Costelloe che gli chiede di dare qualche lezione privata a sua figlia. Le lezioni si trasformano rapidamente in una preziosa collaborazione. I due formano Big Deal e iniziano a tenere una serie di concerti che attirano immediatamente l'attenzione dell'ambiente musicale londinese. Stupisce il forte impatto emotivo della loro musica apparentemente minimale  e sorprendentemente ipnotica. Con una chitarra acustica e una elettrica, le loro canzoni catturano la gente, l'empatia che si stabilisce tra palco e platea è immediata.

A un anno e mezzo dalla mascita, Big Deal presentano il cd Lights Out. Co-prodotto da Underwood e Dean Reid, il duo ha registrato 15 brani in soli sette giorni, e il risultato è un lavoro affascinante, denso, emozionante. Dalla scansione nostalgica di 'Neighborhood Distant', alla profonda riflessione con 'Seraphine', il cd è tutto da ascoltare.

 

Alice Costelloe – voce e chitarra

Kacey Underwood – voce e chitarra

 

 

 

Edda

Alla anagrafe è Stefano Rampoldi, ma per tutti è semplicemente Edda, rocker e cantautore che si è appena confermato con un secondo album solista di grandi qualità espressive, Odio i vivi. Conosciuto e stimato fin dai tempi eroici della band che ha guidato dalla fine degli anni Ottanta, i Ritmo Tribale, indimenticata formazione di culto, Edda dopo un lungo periodo di silenzio nel 2009 è tornato sulle scene con il primo cd a proprio nome, Semper biot, una rivelazione che ha di fatto riaperto la carriera. In questa occasione promette un set di cover italiane, inattese e spiazzanti, naturalmente restituite alla sua maniera. Un'esclusiva.

 

Edda - voce

Alessandro Asso Stefana – chitarre

Filippo Pedol – basso

Sebastiano De Gennaro – batteria

 

Sabato 12 maggio, ore 23 – sala piccola

Guy Davis

 

È uno dei maggiori talenti del blues acustico contemporaneo: un cantastorie, un abile entertainer, che presentiamo per la prima volta a Milano. Cresciuto artisticamente nell'area newyorkese, suona il banjo, la chitarra, l'armonica e vanta una quindicina di album (il più recente, uscito nel 2012, è il doppio The Adventures Of Fishy Waters: In Bed With The Blues) e tournèe in tutto il mondo. Pluripremiato per il lavoro in ambito blues, con una significativa carriera parallela di attore nel cinema e nel teatro, arriva a Milano per la prima volta, proprio nel giorno del suo 60° compleanno. Per l'occasione festeggeranno suonando con lui, nel segno del blues, alcuni ospiti speciali come Eugenio Finardi, Francesco Piu e Fabrizio Poggi.

Guy Davis – voce, chitarra, armonica

 

Guy Davis

Figlio di Ruby Dee e di Ossie Davis - famoso attore, regista e attivista per i diritti civili - non è solo un chitarrista e cantante blues di prima classe. È infatti noto per essere anche un prolifico attore, un grande songwriter e uomo di teatro. In tutte queste attività artistiche, Guy rimane profondamente legato alla storia culturale delle origini afroamericane. Le basi per questa forte relazione risalgono alla prima infanzia. Nato e cresciuto a New York, Guy già da ragazzo ha il privilegio di incontrare molti eroi dell'America Nera: Sidney Poitier, Harry Belafonte, Amiri Baraka, solo per fare qualche nome. La casa della famiglia Davis è sempre aperta, così da sperimentare ogni tipo di situazione sociale di valore collettivo. Un atteggiamento che va avanti sulla base di un messaggio chiaro: essere un artista e occuparsi di quanto accade nella società è ugualmente importante.

Ossie Davis e Ruby Lee non hanno mai separato la loro arte dalla vita di tutti i giorni, fungendo da modello ispiratore nello sviluppo di una forte identità artistica nel talentuoso figlio. Molti amici della famiglia Davis hanno lasciato segni profondi nella storia: Martin Luther King Jr, Malcolm X, Jesse Jackson. Le carriere dei rinomati genitori ebbero inizio nel mondo del teatro, ad Harlem. Autori brillanti quali Langston Hughes, Zora Neale Hurston e Ralph Ellison hanno contribuito ad arricchire e formare le menti dei lettori più illuminati e degli studenti col potere delle proprie parole.

Inevitabilmente, il blues è servito da robusto pilastro di tale struttura intellettuale. Il giovane Guy Davis non poteva far altro che udirne le cadenze negli anni della formazione. La sua vita adulta è stata poi profondamente pervasa dal messaggio senza tempo del blues. Da giovanissimo i suoi punti di riferimento furono Buddy Guy e soprattutto Taj Mahal.

 

Negli anni a venire, Guy Davis comincia a cercare la via migliore per combinare le proprie diverse qualità artistiche. Il debutto discografico è del 1978, per la Folkways, ma ci vorranno più di quindici anni – contemporaneamente a molte attività di successo nei palcoscenici dei teatri – per ottenere il giusto riconoscimento per la propria musica. Eccellenti album quali "You Don't Know My Mind" e "Butt Naked Free" si rendono finalmente responsabili del suo successo in veste di bluesman – con tanto di Handy award nominations a riprova della notorietà raggiunta. Innumerevoli apparizioni in concerti nazionali e internazionali contribuiscono a definirlo tra i migliori artisti del blues acustico contemporaneo, posizione che Guy mantiene tuttoggi.

Nel 2012 esce "The Adventures of Fishy Waters: In Bed with the Blues", doppio CD con canzoni e storie che raccontano le avventure di un bluesman di fantasia, Fishy Waters, e i suoi viaggi per l'America più dura e irregolare. Oltre a canzoni originali scritte dallo stesso Davis, comprende anche materiale di nomi leggendari Robert Johnson, Blind Willie McTell e Big Bill Broonzy. di Fishy Waters.

 

Lunedì 14 maggio, ore 21- sala grande

Memorie di Adriano

 

E' una splendida operazione di recupero, restauro e valorizzazione di un repertorio che rimanda ai gloriosi anni Sessanta: Memorie di Adriano è la nuova avventura allestita per celebrare il Clan di Celentano, avventura che nasceva proprio a Milano cinquant'anni fa. Su quei brani dall'identità precisa e dagli aromi inconfondibili si cimentano alcuni dei migliori musicisti italiani, che giostrano tra fantasia, humour e una felicissima vena jazzata, in una serie di divertenti riarrangiamenti che non tradiscono la leggenda del Clan. L'ensemble che opera intorno alla voce di Peppe Servillo presenta il cd e il dvd appena pubblicati.

 

Peppe Servillo, voce - Rita Marcotulli, pianoforte - Javier Girotto, sax - Fabrizio Bosso, tromba Furio Di Castri, contrabbasso - Mattia Barbieri, batteria

 

Sono gli stessi artisti a descrivere il senso dell'operazione in una prospettiva personale: "Canzoni danzate e sussurrate che cantiamo, diversamente, anche oggi, per appartenenza e desiderio, per curiosità e gusto di una memoria viva e sorprendente."

Quando ci siamo incontrati per la prima volta, cinque o sei anni fa in occasione di una "residenza artistica" promossa dall'Ater, non avevamo idea che il nostro percorso sarebbe stato così lungo e intenso. All'inizio sembrava quasi un gioco. Abbiamo affrontato per primo il repertorio di Frank Zappa, poi quello di Domenico Modugno. Sembravano soltanto due piccole occasioni per trovarci e rimescolare le nostre esperienze artistiche. Un pretesto per esprimere la nostra amicizia e la nostra poetica rileggendo in modo trasversale musiche che non ci appartenevano completamente.

Ma il progetto su Modugno - il nostro Uomini in Frac - ha avuto un grandissimo successo, è cresciuto nel tempo e ci ha coinvolto in un'esperienza ricca e profonda. Così, dopo cinque anni di viaggi e quasi un centinaio di concerti in tutta Europa abbiamo pensato che fosse il momento giusto per raccogliere una nuova sfida e tuffarci nell'esplorazione di un altro grande personaggio della musica italiana. Adriano Celentano è cresciuto in un periodo di grandi trasformazioni culturali e sociali, ha coltivato un terreno compositivo ampio e fertile manifestando sempre un profondo senso di impegno civile, a volte con modi un po' criptici e misteriosi. Oltre ad essere stato un grande interprete e compositore, Celentano è stato il catalizzatore di un piccolo gruppo di artisti che ha tracciato un'impronta profonda nella storia della musica italiana. Il Clan ha adattato il rock di Elvis

 

Presley e il soul di Wilson Pickett e Ben King al sound italiano. Ha prodotto canzoni impegnate e riflessive e canzoni leggere e di disimpegno. Al suo interno si muovevano personaggi come Don Backy e Ricky Gianco. E insieme a loro muoveva i primi passi quello che sarebbe diventato uno dei più incredibili artisti della storia della musica in Italia, Demetrio Stratos. Il Clan era una sicuramente grande fucina di artisti e ha sicuramente aperto una nuova strada per la canzone italiana. Abbiamo scelto Celentano per ritrovare le canzoni che cantavamo da ragazzi guidando le nostre prime automobili o intorno ai falò sulla spiaggia - canzoni che hanno fatto anche la "nostra" storia e che non abbiamo mai dimenticato, ma che al contempo non abbiamo mai suonato - del resto sarebbe difficile immaginare "Il ragazzo della via Gluck" nel repertorio di un musicista di jazz o "Pregherò" in quello di Peppe Servillo. Beh, questo è il senso della sfida che affrontiamo con Peppe, Fabrizio, Javier, Rita e Mattia. Una sfida che tratteremo con quel senso di rispetto, disillusione e ironia che si è rivelato la vera magia del nostro incontro. Un gioco per raccontare il mondo di oggi con "Una carezza in un pugno" e "Storia d'amore" così come "Azzurro", "Stai lontana da me", "Sognando", "Sei rimasta sola" e "Sotto le lenzuola" e tante altre ancora.

 

Venerdì 18 maggio, ore 23 – sala piccola

Massimo Zamboni e Angela Baraldi

 

Un ritorno al futuro, il modo per ascoltare il rumore dei ricordi, ma guardando avanti: è questo, forse, il segreto alchemico che sta alla base dell'incontro tra Masimo Zamboni e Angela Baraldi. La canzone Doc e l'anima punk, la sensualità della voce e l'elettricità della chitarra per stendere un ponte naturale tra le radici dei classici firmati dai CCCP e dai CSI - di cui Zamboni fu fondatore e artefice -, e le nuove pozioni magiche organizzate con Angela Baraldi, ovvero la cruda, vibrante testimonianza di una appassionata interprete (e attrice) rock al femminile. L'album live, Solo una terapia: dai CCCP all'estinzione è un documento sonoro travolgente: in questo "Punk e disciplina: Sbrai tour" anche le anticipazioni dal prossimo, imminente cd.

 

Angela Baraldi – voce e chitarra

Massimo Zamboni - chitarra

Cristiano Roversi – stick e tastiere

Erik Montanari – chitarra

Simone Filippi – batteria e Pad

 

Venerdì 25 maggio, ore 23 – sala piccola

First Aid Kit

 

Tra le novità dell'ultima ora, con un eccellente album uscito per salutare il nuovo anno, c'è questa band svedese, First Aid Kit, imperniata su due sorelline di Stoccolma, Johanna e Klara Soderberg, rispettivamente ventidue e diciannove anni. Con le dieci canzoni del disco The Lion's Roar (Wichita), che segue di un paio d'anni l'esordio di The Big Black & The Blue, le First Aid Kit hanno conquistato le pagine delle riviste specializzate e il cuore di colleghi, come quello degli appassionati. Il loro stile abbraccia un suono neo-folk ispirato e originale, che si segnala per un carattere fresco, seducente, profumato destinato a lasciare tracce profonde.

 

Johanna Soderberg – voce e chitarra

Klara Soderberg – voce e chitarra

 

First Aid Kit

Due sorelle che arrivano dalla Svezia ma sembrano figlie di Dolly Parton e Bob Dylan e nipoti di Joan Baez. Hanno iniziato a suonare da giovanissime  (il loro primo disco è stato pubblicato quando erano entrambe minorenni) e ora tornano un po' più mature, con le voci piene e le spalle dritte.

"Agrodolce" è la parola che le due sorelle Sodeberg amano di più. "Ci piacciono le canzoni agrodolci, quel tipo di canzoni che ti fanno un effetto diverso a seconda di come le interpreti in quel preciso momento". La stessa cosa vale per i testi e la melodia "una canzone come Emmylou sembra allegra mentre i testi sono tra i più tristi che avrete mai sentito".

The Lion's Roar, il secondo album di First Aid Kit, è uscito nei negozi lo scorso gennaio. Interamente registrato in America combina bellezza e tristezza insieme inseguendo così quella tipica impronta della musica folk e country tradizionale. Per loro la murder ballad dei Louvin Brothers "Knoxville Girl" riassume al meglio lo spirito dei loro cuori. Brutale e dolce allo stesso tempo.

La Scandinavia serve poi da sfondo alle loro emozioni. Con gli inverni così lunghi  e scuri accompagnati però dallo spirito rock di una città come Stoccolma.

Il disco è stato registrato con una vera band ad Omaha da Mike Mogis (Bright Eyes). Il padre Benkt ci suona il basso, Mattias Bergqvist la batteria e Mogis e Nate Walcott dei Bright Eyes hanno poi arrotondato il suono scegliendo una serie di ottimi musicisti locali.

Brani come "Emmylou" ci ricordano grandi artisti come Gram Parsons, Johnny Cash e miss Harrison. "Siamo cresciute con questi eroi, li abbiamo ascoltati e riascoltati per moltissimi anni". Ascoltando 'In The Hearts Of Men' ci troviamo di fronte a un classico senza tempo. Poi c'è King Of the World" con Felice Brothers e Conor Oberst come ospiti/amici. Sono tante le belle canzoni di questo disco e meritano un ascolto attento e appassionato.

Inizialmente firmate da Rabid records nel 2008 (l'etichetta di The Knife) ora sono su Whichita.

Scoperte dai giovani fans sul web per la loro cover di "Tiger Mountain Peasant Song" dei Fleet Foxes sono poi state notate da Jack White col quale hanno registrato "Universal Soldier" di Buffy Sainte-Marie" proprio nello studio di Jack.

"Eravamo a Nashville quando abbiamo ricevuto una chiamata da parte di Jack White che ci chiedeva di andare nel suo studio a registrare un pezzo. Non potevamo crederci, eravamo sotto shock e abbiamo detto a Jack che non avevamo mai suonato in uno studio vero come il suo. Lui ci ha risposto che eravamo già talmente brave che tutto sarebbe diventato facile e la nostra strada era già in discesa". Così è stato. Ad aggiungersi alla lista dei loro fan oltre a Jack White c'è Patti Smith che ha pianto per l'emozione sentendole cantare una cover di Dancing Barefoot.

E tanti altri verranno.

"Non abbiamo mai lavorato con un produttore fino ad oggi quindi non abbiamo mai messo in discussione le scelte di Mike. Ci siamo divertite tantissimo e ci piacerebbe poter suonare per tutta la vita. Chissà come suoneremo o che mood avremo tra dieci anni!" ci dice Johanna.

Ma voi preferite cantare canzoni tristi o allegre?

"WE ONLY SING SAD SONG" è la loro risposta.

Canzoni tristi per i nostri cuori folk

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si ringrazia Franco Neri Srl – Siracusa - per la dolce parentesi…! una sorpresa da gustare nelle serate di concerto

 

 

Biglietteria TicketOne Teatro Dal Verme 02.87905201

Concerti in Sala Piccola
Abbonamento a 4 concerti: € 36/ € 28 (+ prevendita)
Biglietti: € 10/ €8 (+ prevendita)

Concerto in Sala Grande
Biglietti: € 20/ €15 (+ prevendita)

Informazioni per il pubblico

Teato Dal Verme – Via San Giovanni Sul Muro, 2 – Milano

www.ipomeriggi.it  tel. 02.87905

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