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martedì 25 marzo 2014

Ficcasoldi: il “vincere facile” di Stato e criminalità




Ficcasoldi è lo spettacolo teatrale andato in scena dal 21 al 23 Marzo al Teatro Kopò scritto e diretto da Rosario Mastrota.

Vincitore del Premio Nazionale Giovani realtà al Teatro di Udine, con la collaborazione di Chiave di Svolta e il patrocinio del Associazioni daSud, Ficcasoldi ha visto in scena  Dalila Cozzolino, Marco Foscari e Marco Usai, gli attori di questa drammatica commedia che riproduce tematiche come la “ludopatia” degne di segni e umori propri, di un disagio contemporaneo che ci riguarda da vicino, che alberga nel nostro Paese da anni, e che lo ha visto crescere soprattutto da quando la crisi economica ci ha investito in maniera piuttosto importante: l’ossessione del gioco d’azzardo con i connessi elementi che lo legano alla criminalità organizzata. 

Un tema di grande attualità, e delicate tematiche connesse, che non è facile interpretare in maniera convincente in un contesto teatrale. Cosa che la “Compagnia Ragli” è riuscita perfettamente anche con sprazzi di ironia che il pubblico pagante ha apprezzato dato le continue risate in sala. Un Frame molto azzeccato e degno di una sala slot, con le mura tappezzate da gratt’e vinci, un angolo dove figurava un piccolo bar e l’immancabile macchina del male: la slotmachine. Un allestimento che inquadra una società vittime delle lusinghe del “vincere facile”. 

La compagnia ha voluto raccontarci la storia di Ettorino, un barista, che ha accolto nel suo bar diverse slot machines: in tempo di crisi fare solo caffè non è molto retributivo. Qualcuno ritorna spesso, qualcuno è di casa. Un uomo senza nome, un ficcasoldi, vive la deteriorante ascesa della ludopatia, l’erosione dell’autocontrollo, l’impossibilità di venirne fuori, ficcando la sua vita, pezzo dopo pezzo, centesimo dopo centesimo nella macchinetta infernale.

L’ebbrezza del gioco apparirà più fragile dell’altra malattia celata nel bar: un’organizzazione malavitosa gestisce quel business, trasformando le slot in casseforti di denaro da riciclare.

Note di regia
“E’ dalla realtà che nasce questa storia. La difficoltà maggiore quando si cade nel vortice da dipendenza è uscirne, è quasi sempre impossibile. Esistono delle possibilità dei gruppi di ascolto, alcune forze di volontà, ma mai definitive. Pertanto l’obbiettivo primario di questo progetto muove dal mostrare una fenomenologia dilaniante che schiavizza nella quale ci si intrappola. Di seguito far luce sulla gravitazione della criminalità organizzata in questo “gioco” e la sua intoccabilità.” Il progetto va a vanti da tre anni per “smitizzare” cioè rimpicciolire l’ego spettacolare dei malviventi. Il secondo obbiettivo è: reagire

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